25.10.2024
Perchè Einaudi è attuale: il dialogo a Imola con Antonio Patuelli
Quali insegnamenti di Luigi Einaudi sono ancora attuali oggi? A questa domanda hanno dato una risposta ieri a Palazzo Sersanti a Imola Antonio Patuelli, presidente del Gruppo La Cassa di Ravenna, che include anche Banca di Imola, e dell’Associazione Bancaria Italiana (Abi) e Valerio Baroncini, Vicedirettore del Resto del Carlino, che hanno dialogato sul tema davanti ad una sala affollatissima di cittadini. Dopo i saluti delle autorità, aperti dal Presidente del CentroStudiLuigiEinaudi, Francesco Corrado e dalla Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Imola, Silvia Poli, il dialogo è entrato nel vivo partendo dai temi caldi di questi giorni, il territorio, la sicurezza, la tutela dei cittadini. Patuelli ha iniziato così: ‘Lo scrittoio del Presidente’ _ ha detto _ è un libro che contiene una raccolta delle lettere che il Presidente della Repubblica Einaudi mandò ai Presidenti del Consiglio: la sua attenzione al suolo non è solo connessa all’alluvione del Po del ’51, ma è connessa innanzi tutto all’importanza dei terreni, avendo lui una vocazione agricola molto forte. Aveva una passione da economista internazionale e voleva conoscere il funzionamento del settore primario del suo paese. In una lettera a De Gasperi, Einaudi chiese di non autorizzare la costruzione di un aeroporto alla periferia di Ravenna. Disse: i mosaici e i beni culturali di Ravenna rischierebbero di subirne delle conseguenze. Solo chi ha una forte consapevolezza culturale e storica dell’importanza dei valori primari può essere mobilitato per queste emergenze. Tutta la vicenda di Einaudi al Quirinale è proprio la ricerca di distinguere ciò che del passato è utile e va conservato e ciò che non merita: il cambiamento a ogni costo, come si persegue oggi, non era un valore in sé. Non tutti i cambiamenti sono positivi’. E di qui l’attualità del pensiero di Einaudi…
‘Cosa c’è di Einaudi oggi più importante? Il metodo _ ha detto Patuelli _. Analizzare i fenomeni, conoscere, distinguere e quindi dialetticamente trovare una soluzione nelle questioni e quindi innovare secondo due principi, libertà e responsabilità’. Sollecitato da Baroncini, Patuelli ha poi affrontato l’importanza del legame tra Einaudi e la sua terra, le sue persone. ‘L’Italia è pluralista: la Francia ha Parigi, l’Italia ha diverse capitali storiche. L’alta velocità ha trasformato in meglio l’Italia da Torino a Salerno, migliorando la vita di 10 milioni di persone. Gli altri 50 milioni devono raggiungere la linea migliore. Le sfide di oggi spesso producono un allontanamento dalle radici: io credo che bisogna essere globali, ma mantenendo le radici, ovvero il legame con la realtà. Einaudi aveva radici fortissime, ma non nel provincialismo, bensì nella identità, forza e cultura dei suoi territori’. Baroncini ha portato Patuelli ad affrontare il tema della visione prospettica di Einaudi, maturata nel cuore di una ricostruzione particolarmente difficile per il paese. ‘Nel ’17, mentre la guerra si mette male, Einaudi ha un grandissimo trauma: e dal ’19 inizia a scrivere che l’Europa non può più lacerarsi in questi conflitti. E’ tra i primi a far nascere così l’idea degli Stati Uniti d’Europa. Inoltre, deduce che, poiché i conflitti sono originati dai conflitti monetari, il sogno è quello della moneta unica europea che porterebbe rapporti migliori e meno inflazione. Dopo la seconda guerra mondiale, il governo di Bonomi, su proposta del Ministro del Tesoro Soleri, nomina Einaudi a Governatore di una Banca d’Italia depauperata del suo tesoro sottratto dai tedeschi e ritrovato poi anni dopo a Fortezza. Ed Einaudi arrivò a Roma avventurosamente dalla Svizzera, dove era fuggito. Ed avvia la ricostruzione assieme al Presidente del Consiglio’ De Gasperi. Questo è l’avvio dell’Italia: un’Italia che doveva essere ricostruita e nella quale Einaudi porta la responsabilità, l’austerità e la consapevolezza del dramma, con l’inflazione altissima, dei salariati, dei precari, dei meno abbienti’. E sull’articolo 47 della Costituzione, che tutela il risparmio, Einaudi dimostrò scientificamente che su 100 lire del 1913 era stato perso il 97% del potere d’acquisto nel 1947: l’inflazione aveva bruciato il 97% del potere d’acquisto e la tutela del risparmio ed il salvataggio della moneta doveva essere una priorità assieme alla libertà ed alla salute dei cittadini’. Sui temi attuali dell’inflazione, Patuelli ha ricordato che ‘nel 1975 il punto più alto dell’inflazione era al 25,5% e il tasso di sconto della Banca d’Italia era il 19%. Quando mi dicono che oggi i tassi sono alti, rispondo con questo paragone. E aggiungo che noi, se non avessimo avuto l’euro in questi anni, avremmo avuto una perdita di potere d’acquisto, di salari, stipendi e pensioni e del risparmio molto alti. E questo è anche merito di Einaudi’. Ed Einaudi è attuale anche nella sua analisi sugli extraprofitti: ‘Nell’epoca delle guerre _ ha detto Patuelli _ si parlava di forchettoni, identificando con questa parola i settori che avevano avuto guadagni extra dalla guerra, soprattutto trasporti e armamenti. I profitti eccezionali connessi alla guerra erano un fatto reale. Ma noi abbiamo una storia diversa: veniamo da nove anni di tassi a zero, che non ci sono mai stati nella storia (il tasso più basso era stato il 3,5% con la lira). Negli anni dei tassi a zero dal 2015 in poi ci sono state 12 crisi bancarie: poi i tassi sono lentamente risaliti e le banche, che nel frattempo avevano tirato la cinghia in tutti i modi possibili, hanno migliorato la loro situazione. Ma non è costituzionalmente legittimo a posteriori andare a inseguire coloro che hanno fatto guadagni, quando la Costituzione sancisce che ‘Tutti sono obbligati a contribuire alla spesa pubblica in proporzione a quello che guadagnano’ ed inoltre le leggi non possono essere retroattive’.
Imola, 24 ottobre 2024